Disegno di legge Giunta regionale di riforma EE.LL.: dichiarazione dei Presidenti di ANCI Sardegna, Pier Sandro Scano, e del CAL, Giuseppe Casti

La valutazione dell’ANCI e del CONSIGLIO delle AUTONOMIE LOCALI sul disegno di legge della Giunta regionale sulla riforma degli EELL è articolata: né una promozione, né una bocciatura.  Una proposta da esaminare con i sindaci e con i territori, confrontandosi  col Consiglio Regionale, che ha il potere di fare le leggi regionali.

Le associazioni degli EELL e il Consiglio delle Autonomie Locali hanno presentato una propria proposta generale, approvata praticamente all’unanimità dall’Assemblea dei sindaci della Sardegna ad Abbasanta il 3-10-2014.

Riscontriamo una sintonia di fondo tra la proposta della Giunta e quella degli EELL e diamo atto all’Assessore degli EELL, Cristiano Erriu, della ricerca costante del dialogo e dell’intesa.

I punti di condivisione sono:

-          Il potenziamento del ruolo dei Comuni e la connessa scelta di svuotare la Regione delle funzioni di gestione;

-          l’associazionismo volontario dei Comuni come chiave di volta della riforma;

-          l’assunzione delle “REGIONI STORICHE” della Sardegna come asse prioritario del riordino territoriale;

-          il superamento delle Province, tenute in vita limitatamente alle quattro province storiche, per il tempo strettamente necessario all’eliminazione dei vincoli costituzionali e finalizzate a traghettare la transizione verso il nuovo ordinamento;

-          l’individuazione delle Associazioni delle Unioni dei Comuni, in sostituzione delle Province, per la gestione delle funzioni oggi provinciali, da ricondurre al governo dei Comuni.

Vogliamo che sia molto chiaro che per noi numero e delimitazione degli ambiti strategici, che sostituiranno le Province, vanno decisi con i territori e non calati dall’alto disegnando col pennarello sulla cartina della Sardegna. La riforma degli EELL, lo ripetiamo ancora, va fatta con gli EELL e con i territori. Altrimenti non funziona.

Il problema centrale dei dipendenti delle Province, sia le quattro regionali che le quattro storiche, va governato garantendo totalmente il diritto al lavoro e al riconoscimento delle professionalità, essenziali nel nuovo ordinamento.

Abbiamo, invece, una idea assolutamente differente da quella della Giunta Regionale sulla normativa relativa alle Unioni dei Comuni. Siamo in dissenso netto:

-          sui limiti demografici per la gestione delle funzioni (10000 abitanti);

-          sul numero minimo dei Comuni (quattro)per le associazioni intercomunali;

-          sull’ assenza nella proposta delle CONVENZIONI, che per noi sono uno strumento essenziale.

La parte della proposta della Giunta relativa alle Unioni dei Comuni va secondo noi RIDISCUSSA INTERAMENTE. Anche perché nel resto dell’Italia il panorama è molto variegato, sia nelle Regioni Speciali sia nelle Regioni Ordinarie, e la nostra autonomia speciale deve essere utilizzate per fare le scelte più aderenti alle esigenze della realtà sarda, non per essere i più ligi alle scelte del legislatore statale.

In questo momento, tra l’altro, è in atto un confronto tra ANCI nazionale, coll’impegno diretto del Presidente Piero Fassino, e il Governo nazionale su una nuova legge statale per le Unioni dei Comuni, di cui sarà opportuno attendere l’esito.

Pier Sandro Scano

Giuseppe Casti

 

 

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