NO all’IMU agricola. ANCI Sardegna contraria al doppio salasso: per contadini e comuni

Nonostante la mobilitazione generale, che ha visto la sollevazione di Comuni e associazioni di categoria, il Governo nazionale tira diritto per la sua strada, come se niente fosse, e, nonostante gli impegni presi, decide che l’IMU sui terreni agricoli deve essere pagata, limitandosi a spostare il termine del pagamento dal 16 dicembre al 26 gennaio prossimo.

Una vera e propria doccia frdda che ANCI Sardegna contesta duramente e fermamente riproponendo la necessità che il Governo cancelli definitivamente l’ennesima tassa iniqua.

Per quanto riguarda i Comuni, il governo conferma le decurtazioni alle entrate, decise dopo l’assunzione, da parte degli stessi Comuni, delle delibere di assestamento generale di bilancio. Cioè a partita finita.

Una misura, secondo noi, peraltro incostituzionale perché lede, per quanto riguarda i Comuni, il prinicipio di annualità del bilancio, mentre per quanto riguarda i cittadini è in palese violazione dello Statuto del Contribuente. Lo Stato, con questa decisione, non rispetta neanche il principio della non retroattività delle norme fiscali, decidendo addirittura al 30 novembre che entro sedici giorni (proprogato ora al 26 gennaio) i residenti dei Comuni montani e svantaggiati, dovevano pagare l’Imu sui terreni per l’anno già trascorso e, allo stesso tempo, pubblicando sui siti statali finanziari di riferimento dei Comuni la riduzione dei trasferimenti di pari importo. Una vera ingiustizia sociale prima ancora che fiscale.

Per tutti questi motivi ANCI Sardegna ha deciso di chiamare tutti, Comuni, Associazioni di categoria, parlamentari e il Consiglio Regionale, a una forte mobilitazione in difesa dei diritti dei sardi e del futuro della stessa Sardegna. Da domani, in sede di Consiglio Nazionale ANCI, il Presidente Pier Sandro Scano porrà la questione nei lavori dell’assise per decidere una comune posizione nazionale dell’ANCI.

Per ANCI Sardegna la richiesta è solo una: annullare definitivamente, ritirando il provvedimento, l’introduzione dell’Imu sui terreni agricoli, e annulare quindi la decurtazione alle entrate comunali, per la sua citata incostituzionalità. Il differimento del termine non attenua il livello di tensione sociale, tantomeno da risposte ai Comuni, per un’imposta che resta inaccettabile e insostenibile.

Anci Sardegna

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